Sesta delle quindici commedie scritte nel 1750, La famiglia dell'antiquario offre a Goldoni la cornice ideale per deridere in lingua “i vezzi colti” dei suoi concittadini, col pretesto di una trama apparecchiata a Palermo, ma condita dalle maschere della tradizione veneziana. Troviamo così Arlecchino, occasionalmente travestito da Armeno per meglio gabbare il padrone di casa, Conte Anselmo Terrazzani, sprovveduto antiquario dilettante; e poi Brighella, servitore briccone e tramaccione; Colombina, cameriera astuta e pettegola; Pantalone, che ha voluto maritare la figlia Doralice al contino Giacinto e vede ora sfumare la cospicua dote nelle stramberie antiquarie del Conte. La vicenda si complica perché tra la nuora Doralice e la suocera Contessa Isabella non corre affatto buon sangue, soprattutto a causa dei loro invadenti consiglieri, il mellifluo Cavalier del Bosco e la frivola Madama Beatrice. Come rimettere a posto le cose, prima che la famiglia cada in rovina?